Saul Steinberg a Milano
Milano-New York alla Triennale
fino al 13.03.2022
Disegni, illustrazioni e progetti
Saul Steinberg a Milano: un grande evento espositivo realmente da non perdere.
La visita alla mostra di Saul Steinberg Milano New York alla Triennale di Milano permette infatti di approfondire la conoscenza di uno dei più grandi illustratori del Novecento.



“Non appartengo propriamente al mondo dell’arte, né ai fumetti, e nemmeno a quello delle riviste; perciò, il mondo dell’arte non sa bene dove piazzarmi”.
Partirei da questa frase per cercare di capire l’arte di Saul Steinberg, in mostra alla Triennale a Milano.

Nato in Romania nel 1914 da una famiglia della borghesia ebraica, Saul Steinberg nel 1933 tenta l’ammissione alla Facoltà di Architettura di Bucarest, ma non viene ammesso per il limitato numero di posti destinato agli ebrei.
Si iscrive allora al Regio Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1940. A Milano frequenta Aldo Buzzi, Alberto Lattuada, Cesare Zavattini e Giovanni Guareschi: il legame tra l’artista dal tratto inconfondibile e la nostra città durerà per sempre.
Nel 1942 fugge dalle leggi razziali e emigra negli Stati Uniti. Nel 1943 si arruola nella Marina Militare statunitense e consegue la cittadinanza. Muore a New York nel 1999.



Utilizzando lo strumento del disegno, quest’artista unico e originale rappresenta concetti complessi e profondi, con un tratto volutamente semplice ma diretto, da cui appare la sua formazione di architetto, soprattutto quando disegna gli interni degli appartamenti.
Steinberg racconta storie anche difficili riuscendo a racchiuderle in una sola immagine, a volte molto semplice e altre volte ricca di dettagli.



Saul Steinberg è stato certamente uno dei più grandi illustratori del Novecento, come dimostra fra le altre cose la sua collaborazione tra gli anni Quaranta e Ottanta con la rivista New Yorker, per la quale realizzò molte copertine, vignette, reportage anche di guerra.




Chiudo con questa frase di Harold Rosenberg:
“Il fatto che rimanga comunque un outsider nel mondo artistico è un problema che la teoria dell’arte dovrà prima o poi affrontare”.



