La Galleria Borghese a Roma
Il Cardinal nepote Scipione Borghese
Raccontare la Galleria Borghese a Roma significa parlare del suo creatore, il Cardinale Scipione Borghese.
Nato nel 1577 e morto nel 1633, era figlio di Ortensia Caffarelli, sorella di Camillo Borghese, futuro papa col nome di Paolo V: all’ascesa al pontificato dello zio fu da lui adottato, ne assunse il cognome e fu fatto cardinale, a soli 29 anni.
IL CARDINALE ONNIPOTENTE
Nessuno come lui seppe usare il suo potere quasi assoluto, l’enorme ricchezza, i privilegi e la mancanza di scrupoli, per assecondare la sua ricerca di arte e bellezza, al fine di creare una magnifica collezione d’arte, la Galleria Borghese, oggi un bellissimo museo che contiene appunto opere sublimi di magnifici artisti quali Caravaggio, Raffaello, Tiziano e Gian Lorenzo Bernini.
Proprio quest’ultimo scolpì il busto con il celebre ritratto del cardinale. Anzi, i due busti, in quanto il primo presenta una crepa naturale nel marmo proprio all’altezza della fronte del cardinale, e quindi da questi rifiutato, ordinando all’artista di scolpirne un altro in tre giorni (dice la leggenda).
UN UOMO DEL SUO TEMPO
La posizione di assoluto privilegio e la mancanza di scrupoli potrebbe farlo apparire, ai nostri occhi moderni, un esempio di prepotenza e scorrettezza. Certamente lo è, ma dobbiamo valutarlo con gli occhi del XVII secolo, quando essere un cardinale nipote del Papa corrispondeva ad essere una sorta di monarca assoluto.
Per arricchire la sua collezione non si fermava davanti a nulla. Faccio solo un esempio, ma ce ne sarebbero molti.
In Galleria è presente un magnifico dipinto di Michelangelo Merisi, il Caravaggio, denominato Madonna della Serpe. Il Cardinale amava e stimava moltissimo l’artista e lo voleva nella sua collezione.
Originariamente dipinta per San Pietro e regolarmente pagata dalla confraternita che l’aveva commissionata, vi rimase però esposta solo un mese. Pare infatti che il Papa la fece rimuovere per motivi di decoro: la Madonna dalla bellezza popolana e dalla scollatura eccessiva, il Bambino Gesù nudo, sant’Anna molto anziana, potevano infatti dar scandalo. Accuse che portarono la tela nella collezione del Cardinale, senza pagarla.
LA GALLERIA BORGHESE
Grazie alla protezione dello zio Papa, il Cardinal nepote acquisì numerosi terreni e fece costruire Villa Borghese, oggi Museo Nazionale di Villa Borghese, un magnifico candido edificio che fece poi circondare da un elegante giardino con serre e da un enorme parco.
La residenza divenne appunto la casa della sua collezione e il bellissimo luogo dove dar sfogo alla sua passione quasi bulimica per le opere d’arte, che sceglieva, acquistava, commissionava e a volte otteneva con la prepotenza, e che seppe scegliere con tanto fiuto e buon gusto.
Fu certamente uno dei primi esempi di collezionista in senso moderno e anche gallerista: ogni opera era collocata nella giusta posizione per poter essere ammirata da lui e dai suoi ospiti.
Grazie alla sua opera incessante di acquisizione, la sua collezione è tutt’ora una raccolta di capolavori eccezionali, spesso ancora collocati proprio dove artista e collezionista avevano stabilito.
APOLLO E DAFNE DI GIAN LORENZO BERNINI
Un esempio è la statua di Gian Lorenzo Bernini Apollo e Dafne, collocata in modo da poter essere ammirata prima da dietro, in modo da vedere prima Apollo e successivamente Dafne.
Nell’opera di Bernini il tema è tratto dal mito. Secondo le Metamorfosi di Ovidio, Apollo, colpito da una freccia di Cupido, si innamora della ninfa Dafne. Questa, per sfuggirgli, implorò al padre Peneo di salvarla; così, al tocco di Apollo venne trasformata in albero di alloro.
Il Bernini scolpisce dunque la metamorfosi, il momento in cui dalle membra di Dafne nascono foglie di alloro. Apollo giurò allora che l’alloro sarebbe stata la sua pianta sacra.
PAOLINA BONAPARTE, VENERE IMPERIALE DI ANTONIO CANOVA
Una delle sculture più ammirate nella Galleria Borghese a Roma è decisamente posteriore all’epoca di Scipione. È infatti un’opera di Antonio Canova del 1804 che ritrae Paolina Bonaparte, sorella dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, e che fu commissionata da Camillo Borghese, marito di Paolina, proprio per celebrare il matrimonio.
Paolina è raffigurata nelle sembianze di una Venere vincitrice. La donna, infatti, nella mano sinistra regge una mela che evoca la vittoria di Afrodite nel giudizio di Paride, quando quest’ultimo doveva scegliere quale fra le dee Era, Atena ed Afrodite fosse la più bella, alle quale veniva poi assegnato un pomo d’oro con sopra inciso «Alla più bella». Paride scelse Afrodite, cioè Venere.